Dalle profondità dell'abisso, una spada forgiata con le ali di un serafino caduto pende incatenata sopra acque oscure. Gli occhi brillano con uno sguardo ineludibile di giudizio lungo ogni lama e ala, osservando per sempre mani scheletriche che si protendono dal basso per reclamare il divino. Quando viene estratta, canta con le voci degli incatenati, un lamento che incrina il firmamento, spezzando il confine tra i regni.